Gianluca


"Coraggio, la sto ascoltando…"


Eravamo seduti attorno al tavolo della veranda, una sera d'estate, una delle tante trascorse nella nostra casa al mare, la televisione era accesa, come capitava spesso. Mia madre aveva invitato la signora della spiaggia vicina, una donna simpatica diceva, io guardavo con sospetto tutti gli estranei, soprattutto quando erano definiti simpatici.
Si esordì con un "Posso offrirle qualcosa da bere?", che fu barattato con un cortese rifiuto, e si andò avanti per qualche ora, toccando argomenti che non mi sembra il caso di ricordare.
Quasi subito notai un particolare curioso nella figura della signora: i bracciali d'oro, quelli che aveva più volte tentato di far partecipare alla conversazione. Non erano veri e propri bracciali, li avrei chiamati piuttosto manette, e avevano due catenelle che finivano sotto il vestito rosso. Era la prima volta che vedevo una cosa del genere.
Guardai mia madre, cercavo un'intesa ma lei sembrava non averli notati. Proprio in quel momento la signora scuoteva il braccio destro per cacciare un insetto, faceva un rumore assordante, cercai ancora di capire se ero l'unico a vederli, purtroppo era così; cercai di attirare l'attenzione, ma non appena allungai la mano verso quella di mia madre sentii il freddo del metallo.
Non seppi più cosa pensare.
"Vuole un gelato?", "Ok, un gelato non si rifiuta mai", "Che caldo oggi, vero? Glielo prendo subito", era la prima volta che sentivo quel tintinnio. Tornò in un attimo e ne portò uno anche per me.
Fu il più amaro di tutta la mia vita.
Morsicai il ghiaccio e, mentre i denti sprofondavano, vidi una piccola striscia metallica che avvolgeva il mio polso.
Morsicai ancora facendo tintinnare la catenella che andava a finire nel mio ombelico.
Lasciai cadere il gelato e piansi forte.
Mia madre mi guardava con ansia: "Che succede?", "Avrà sonno…", piansi ancora più forte.


"Vede, è da quel giorno che trovo catene ovunque, anche qui, ora, c'è un catenaccio che le parte dalla caviglia e va dritto dritto sotto la scrivania, questo tintinnio…questo tintinnio mi fa impazzire… pensa che potrò guarire?"